Messa a punto e sviluppo di un metodo di dosaggio (kit/test) per un marcatore urinario (serpina b3) da utilizzare per la diagnostica in campo clinico (endocrinologico e cardiovascolare)

Data inizio
25 aprile 2011
Durata (mesi) 
12
Dipartimenti
Medicina
Responsabili (o referenti locali)
Pizzolo Francesca

Benché l’ipertensione arteriosa sia una patologia molto frequente, con una prevalenza del 20-30% nella popolazione adulta, spesso le sue cause non sono identificabili, e la maggioranza dei casi di ipertensione viene tradizionalmente classificata come forma essenziale, ossia di origine sconosciuta. Fra le cause note di ipertensione, l’iperaldosteronismo primitivo ha suscitato negli ultimi anni un grande interesse soprattutto perchè la forma appare spesso indistinguibile dall’ipertensione essenziale. L’iperaldosteronismo è caratterizzato dall’anomalo aumento della produzione di aldosterone da parte del surrene, una ghiandola in grado di produrre vari ormoni steroidei compresi gli ormoni sessuali. Fino a pochi anni fa, l’iperaldosteronismo era considerato una patologia relativamente rara. Da alcuni anni numerose evidenze della letteratura hanno dimostrato che tale condizione è molto più frequente di quanto in precedenza ritenuto, con un’alta prevalenza nella popolazione generale di ipertesi.
Per la diagnosi di certezza è necessario dimostrare che la secrezione aldosteronica è svincolata dai meccanismi di feed-back inibitorio mediante appropriati test di inibizione che sono costosi e, in certi pazienti, potenzialmente pericolosi perché richiedono una acuta espansione volemica. Pertanto, considerando che pazienti ipertesi con inappropriata secrezione di aldosterone sembrano essere maggiormente responsivi alla monoterapia con antagonisti recettoriali dell’aldosterone e che tale terapia è di relativo basso costo, appare chiaro che un lavoro capillare di screening e di identificazione precoce di iperaldosteronismo potrebbe risultare altamente vantaggioso sotto molti profili, non solo sanitari ma anche farmaco-economici.
Vi è pertanto oggi la necessità di trovare un metodo diagnostico più facile e meno laborioso che abbia un’elevata sensibilità e specificità, e permetta una precoce e precisa diagnosi di iperaldosteronismo. Dati preliminari, da noi ottenuti mediante una serie di esperimenti basati su tecniche di proteomica, hanno permesso di identificare alcune proteine iper- od ipo-espresse in un pool di campioni di urine di soggetti con iperaldosteronismo confrontati con un pool di urine di soggetti sani. Tali dati sono stati confermati sia con test ELISA, sia mediante analisi in spettrometria di massa. Tra i risultati più interessanti, emersi da tale procedura di screening, vi è stato il riscontro nei soggetti con iperaldosteronismo, di un significativo incremento dell’espressione urinaria di serpina b3, una proteina peraltro già nota come marcatore di eteroplasia adenocarcinomatosa. Inoltre serpina b3 è risultata variare nelle urine in seguito alla variazione di ormoni sessuali, essendo iperespressa nelle donne rispetto ai maschi e nella fase progestinica ed in gravidanza.
La messa a punto di un test urinario rappresenterebbe quindi un possibile nuovo ambito di utilizzo clinico per la serpina b3, potenzialmente sfruttabile anche commercialmente.

Enti finanziatori:

Fondo Sociale Europeo e Regione Veneto
Finanziamento: richiesto

Partecipanti al progetto

Francesca Pizzolo
Professore associato

Attività

Strutture

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