Studio della qualità di vita del paziente uremico e trapiantato.

Starting date
January 1, 2004
Duration (months)
60
Departments
Medicine
Managers or local contacts
Lupo Antonio

Il trapianto di rene rappresenta il trattamento di scelta dell’uremia terminale determinando, in un intervallo di tempo relativamente breve, un netto e progressivo riequilibrio dei parametri biochimico-metabolici con susseguente miglioramento della qualità di vita e della sopravvivenza di questa estesa popolazione. Comunque, sebbene le condizioni cliniche e metaboliche, raggiungendo livelli prossimi ai range di normalità, risultino notevolmente migliorate rispetto al periodo in cui i pazienti sono in trattamento conservativo (solo adeguamento dietetico) o sostitutivo (emodialisi e peritoneodialisi), restano presenti alterazioni legate al trascinamento di una eredità dismetabolica e infiammatoria secondaria alla pregressa storia di malattia renale cronica e al tipo/durata del trattamento sostitutivo pre-trapianto. Infatti, è noto che l’uremia per se e il trattamento emo-dialitico, in particolare, sottoponendo il paziente a un continuo contatto con device dialitici determinano una continua attivazione dei fattori della microinfiammazione e del complemento/coagulazione responsabili dello sviluppo di alterazioni alla base di complicanze cliniche importanti (aterosclerosi, patologie cardiologiche post-ischemiche, complicanze neurologiche). Inoltre, recenti evidenze cliniche, sottolineano che il trapianto renale può in alcuni casi peggiorare lo stato dismetabolico e favorire l’insorgenza di gravi problematiche cliniche post-trapianto. Nella genesi di tali comorbidità intervengono una serie di fattori, quali: a) modifiche sostanziali delle abitudini di vita del paziente, b) cambiamento significativo dell’assetto metabolico e c) effetti collaterali della terapia immunosoppressiva. Inoltre, negli ultimi anni, una serie di ricercatori, hanno enfatizzato il ruolo della sindrome metabolica post-trapianto (diabete mellito, aterosclerosi e patologie cardio-vascolari) e la sua influenza sulla sopravvivenza del graft e del paziente. Inoltre, è oggetto di valutazione il rapporto tra assesment psicologico del paziente trapiantato e insorgenza di complicanze post-trapianto. Recenti lavori riportano che, sebbene si assista a un miglioramento della qualità di vita globale nel post-trapianto rispetto al periodo uremico/dialitico, molti pazienti riportano disturbi psicologici/comportamentali (aumento dell’ansia) che si riflettono significativamente sulla sessualità, abitudini e comportamento alimentare e aderenza alla terapia farmacologica. Pertanto, risulta indispensabile attuare un programma di attento monitoraggio delle variazioni clinico-metaboliche e psicologico/comportamentali post-trapianto e individuare dei biomarker in grado di predire la comparsa di tali alterazioni.

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