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Mantenimento del trapianto renale: impatto clinico a lungo termine di tre diversi protocolli immunosoppressivi Risultati di un ampio studio multicentrico italiano  (2019)

Autori:
Caletti, C; Manuel Ferraro, P; Corvo, Alessia; Tessari, G; Sandrini, S; Capelli, I; Minetti, E; Gesualdo, L; Girolomoni, G; Boschiero, L; Lupo, A; Zaza, G.
Titolo:
Mantenimento del trapianto renale: impatto clinico a lungo termine di tre diversi protocolli immunosoppressivi Risultati di un ampio studio multicentrico italiano
Anno:
2019
Tipologia prodotto:
Articolo in Rivista
Tipologia ANVUR:
Articolo su rivista
Lingua:
Italiano
Formato:
A Stampa
Referee:
Nome rivista:
TRAPIANTI
ISSN Rivista:
1590-072X
N° Volume:
23
Numero o Fascicolo:
1
Intervallo pagine:
17-21
Parole chiave:
trapianto renale, immunosoppressione, inibitori della calcineurina, corticosteroidi, antimetaboliti, inibitori di mTOR.
Breve descrizione dei contenuti:
Nel numero di gennaio-febbraio 2019 del giornale Transplantation Proceedings è stato pubblicato un articolo in cui il nostro gruppo di ricerca ha valutato l’impatto di tre protocolli immunosoppressivi di mantenimento sulla sopravvivenza a lungo termine del graft e del paziente nefro-trapiantato. In particolare, in questo ampio studio di coorte italiano multicentrico, abbiamo analizzato retrospettivamente i dati di 5635 pazienti (arruolati dal 1983 al 2012) e valutato l’impatto di tre regimi immunosoppressivi [inibitori della calcineurina + antimetaboliti + corticosteroidi (CNI+ANT+ST) vs CNI + mammalian target-of-rapamycin (mTOR) inibitori + ST (CNI+mTOR-I+ST) vs CNI+ST] su outcome clinici a lungo termine, utilizzando diversi algoritmi statistici. L’impatto sull’outcome composito dei tre regimi immunosoppressivi non risultava statisticamente differente nei primi 5 anni di follow-up; il dato diventava significativo a 10 anni e 20 anni nel gruppo CNI+ST in cui era presente la più bassa incidenza cumulativa. In aggiunta, rispetto al gruppo CNI+ANT+ST, i pazienti del gruppo CNI+mTOR-I+ST presentavano un rischio più alto dell’outcome anche dopo aggiustamento per potenziali fattori confondenti. Allo stesso modo, anche i pazienti del gruppo CNI+ST mostravano un rischio significativamente più alto dell’outcome. Analogamente alla analisi principale, il rischio aggiustato di perdita dell’organo era più alto nel gruppo CNI+ST, mentre per il gruppo CNI+mTOR+ST, la differenza non era statisticamente significativa. I risultati di questo studio non solo confermano dati già presenti in letteratura che mostrano come l’associazione tra CNI+ANT+ST sia da considerarsi la terapia “gold standard” nel trapianto renale, ma sottolineano che l’introduzione degli mTOR-I, in sostituzione agli antimetaboliti, non impattando drasticamente sull’outcome (e soprattutto sulla perdita del graft a lungo termine), potrebbe rappresentare, in alcuni pazienti, un prezioso strumento farmacologico per minimizzare le complicanze CNI-correlate e assicurare un’adeguata immunosoppressione.
Id prodotto:
109422
Handle IRIS:
11562/997682
ultima modifica:
15 novembre 2022
Citazione bibliografica:
Caletti, C; Manuel Ferraro, P; Corvo, Alessia; Tessari, G; Sandrini, S; Capelli, I; Minetti, E; Gesualdo, L; Girolomoni, G; Boschiero, L; Lupo, A; Zaza, G., Mantenimento del trapianto renale: impatto clinico a lungo termine di tre diversi protocolli immunosoppressivi Risultati di un ampio studio multicentrico italiano «TRAPIANTI» , vol. 23 , n. 12019pp. 17-21

Consulta la scheda completa presente nel repository istituzionale della Ricerca di Ateneo IRIS

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